“D Giò” di Matilde De Feo

Selezionato per lo Short Film Corner, vetrina internazionale fuori concorso del Festival di Cannes, e selezionato all’Accademia  dei David di Donatello, D Giò, il cortometraggio diretto dall’attrice e regista Matilde De Feo è tratto dal teleplay Hey Joe di Samuel Beckett.

Classe 1978, la De Feo  è uno di quei giovani talenti che mettono la propria creatività a servizio della sperimentazione portando avanti da sei anni Mald’è , un progetto di ricerca che vuole mettere insieme il cinema,  la video-arte e il teatro.

Giò è un uomo sulla sessantina in evidente stato di isolamento; chiuso nella sua stanza, in pantofole, cerca di allontanare da sé ogni pensiero che possa condurlo ad un’emozione. Soffre di alessitimia, e come tale è incapace di mentalizzare e descrivere a parole il proprio vissuto, versa nel silenzio assoluto. Non parla ma utilizza il cavo orale per nascondere e chiudere la propria esistenza, come in uno scrigno. Alessitimia significa letteralmente “non avere parole per le emozioni”: la mancanza di espressività nel volto dei soggetti rivela meccanismi di rimozione. Solo una voce svela, dando sostanza alla mimesi audiovisiva della vita psichica di Giò, penetrando nella perpetua (im)mobilità dell’inconscio.

Trailer:

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